London Fashion Week FW25: runway shows, events open to the public and what to expect


Inizia oggi la London Fashion Week Women’s FW25. L’edizione di questi giorni sarà più breve e compressa rispetto agli anni passati, che ha visto da un lato l’assenza dei grandi nomi della moda Made in UK e dall’altro l’emergere di una serie di designer indipendenti che di stagione in stagione stanno diventando i nomi più conosciuti di una programmazione dove l’unico grande brand internazionale è forse Burberry. Il che non impedisce a Londra di mantenere il suo ruolo di fucina di talenti sperimentali – anche se diversi commentatori online, e specialmente Imran Amed di BoF, hanno spiegato come la decrescente visibilità della settimana londinese segna un trend preoccupante che vede Milano e Parigi consolidare il proprio status e offuscare tanto la capitale inglese quanto New York. In un’atmosfera di crisi del lusso, in cui ci si chiede se sia forse più interessante modificare il format delle fashion week più geograficamente periferiche, rendendole più impattanti, rimangono comunque appuntamenti interessanti e forti aspettative.

Ecco le 5 cose da aspettarsi dalla London Fashion Week Women’s FW25.

1. Le iniziative aperte al pubblico

Dal 22 al 24 febbraio, il British Fashion Council aprirà un pop-up store di tre giorni su Regent Street per sostenere i designer emergenti della città. Curato dall’esperta retail Ida Petersson e dal consulente creativo Lewis Bloyce, lo store presenterà pezzi d’archivio di diversi brand come 16Arlington, Ahluwalia, Bianca Saunders, Completedworks, Conner Ives, Helen Kirkum, Johanna Parv e Saul Nash. Oltre alla vendita, il pop-up offrirà panel di discussione, workshop e sessioni di piercing a cura di Aurum London.  L’iniziativa rientra nel programma City Wide Celebration, pensato per valorizzare le esperienze a tema moda nei principali distretti dello shopping londinese, tra cui Regent Street, Oxford Street, Soho e Covent Garden. Parallelamente, i visitatori della Fashion Week potranno accedere alla lounge “Not In” presso 180 The Strand, in collaborazione con Highsnobiety, e partecipare a eventi organizzati da Alo, Morocco Kingdom of Light e Reference Point.  

2. Harris Reed apre le danze

Lo show che aprirà le danze della London Fashion Week sarà quello di Harris Reed. Il giovane designer anglo-americano e direttore creativo di Nina Ricci si è fatto molta strada negli ultimi anni e questa sarà la nona collezione che presenta sotto il suo nome ma la prima che verrà portata dal vivo in passerella e che coronerà un anno in cui il designer ha presenziato al Met Gala 2024 vestendo Demi Moore, ha collaborato con Mattel per la prima bambola gender-fluid, lanciato il primo profumo di Nina Ricci in dieci anni, presentato una linea di whisky e anche vestito Lily Allen per Emily in Paris. Il suo show di apertura alla London Fashion Week sarà dunque un ottimo punto di arrivo ma un punto di partenza ancora migliore.

3. L’assenza (temporanea) di JW Anderson

La programmazione di quest’anno è priva di una serie di grandi nomi molto amati dal pubblico. Se S.S. Daley doveva essere assente ma invece presenterà la sua collezione con uno show domattina alle dieci, il vuoto più grande è quello lasciato da JW Anderson, il cui direttore creativo Jonathan Anderson potrebbe presto (almeno secondo i rumor) diventare il nuovo designer di Dior. Molto indicativo che Anderson abbia scelto di non presentare sia col suo proprio brand che con Loewe – un’assenza molto eloquente che sta generando molte aspettative per un annuncio che potrebbe giungere intorno alla primavera. Tra gli altri assenti della settimana anche Nensi Dojaka, Chopova Lowena, Aaron Esh e Knwls.

4. Il nuovo show di Burberry

Burberry è diventato, stagione dopo stagione, un’incognita per la moda. In primo luogo perché c’è stato un cambio di CEO in corsa che ha effettivamente aggiustato la traiettoria di un brand che pareva indirizzato verso acque pericolose; in secondo luogo perché in molti dicono che Daniel Lee potrebbe presto prendere il volo verso nuovi ruoli e secondo molti potrebbe arrivare presto da Jil Sander; in terzo luogo perché la percezione del brand è molto migliorata dopo che il nuovo CEO ha deciso di spingere l’acceleratore sulla tradizione e dunque c’è parecchia aspettativa sulla collezione che sarà presentata: torneremo ad avvicinarci all’epoca cult di Burberry Prorsum?

5. I designer indipendenti

Come dicevamo nell’introduzione, i designer indipendenti di Londra non saranno forse i grandi nomi internazionali che si trovano a Parigi e Milano, ma la loro presenza costante negli anni e la loro coesione ha dato vita a una schiera di professionisti ormai rappresentativi della città e dell’eccellenza della moda indipendente in tutto il mondo: Erdem, Simone Rocha, Richard Quinn, Roksanda, Denzilpartick, Labrum, Marques’Almeida, Dilara Findikoglu, Chet Lo e Di Petsa non sono più nomi nuovi o emergenti ma rappresentano ancora una parte vitale e fresca della moda indipendente che sa e vuole portare innovazione e freschezza in un panorama sempre più dominato dai grandi (e spesso noiosi) nomi internazionali.


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